martedì 21 ottobre 2008

Quagli assi di amici!

Da quando abito a None, ho conosciuto tante belle persone. Di alcune di queste mi pregio essere amico. Tante cose si potrebbero acclarare sull’amicizia, ma in tal caso poco mi interessano le teorie e le citazioni satelliti di tale sentimento.

Per ora mi limito a suddividere gli amici in quattro tipologie, facendo riferimento alle carte, in particolare a quella che in più di un gioco ha valore superiore nel computo dei punti: l’asso, col suo unico grande seme in campo bianco.

Amico di coppe: è l’amico con cui condivido la convivialità, il piacere della buona tavola, del bicchiere di vino. Il vino dell’amicizia e della meditazione, così si chiamava quel nettare bianco dal sapore fruttato, che andai a comprare per festeggiare la mia laurea e che l’enologo dichiarò essere il vino giusto da consumare durante la conversazione con gli amici, centellinandolo con calma misurata, quella stessa che si usa nel recitare una poesia che rispetti la metrica. L’amico di coppe, come ho detto, è quello con cui sto bene a tavola, che si preoccupa di riempire il bicchiere, ogni volta che in trasparenza dietro il vetro si affaccia l’angoscia del vuoto. E con lui bevo volentieri, e sto bene insieme, tra una battuta e l’altra, tra un racconto e l’altro. Finché lui, l’amico di coppe, alla fine mi accompagna a casa, cortesia che io ricambio immediatamente, riaccompagnandolo a mia volta a casa sua.

Amico di bastone: è l’amico insieme al quale affronterei mille rivoluzioni o sfide, metaforiche o meno che fossero, pronto a bastonare le ingiustizie del mondo. Col quale condivido borie intellettuali, ma soprattutto la passione politica, la nobile arte del non restare estranei alla vita, perché, come dice Gramsci, chi vive veramente non può non essere cittadino e parteggiare. Con il quale trascorro volentieri il tempo a discutere dell’illusione di cambiare il mondo, senza infingimenti, soprattutto senza sofismi. Quei ragionamenti falsi e capziosi che intrigano la mente di chi non ha nulla da dire. Di fronte al quale con assoluta schiettezza, in una sorta di confessorio laico, non mi vergogno di mettere nudo la coscienza con tutti i suoi dubbi, incertezze e contraddizioni. Con l’amico di bastone non sempre sono d’accordo: posso anche dissentire, ma sempre con la certezza di un reciproco rispetto e stima.

Amico di spade: la spada ha una doppia lama. L’amico di spade ha un doppio profilo. Un Giano bifronte. Davanti, sorriso e mano sul cuore, in continui giuramenti di fedeltà e amicizia. Quando, però, ne hai davvero bisogno, inaspettatamente può voltarti le spalle. Esempio: c’era una volta un amico. Scherzi e lazzi erano il nostro passatempo, ma anche reciproche confidenze di gioie e tormenti giovanili. Un giorno gli rivelai il nome d’una ragazza, nelle cui secche mi ero insabbiato; lui, l’amico di spade, si interessò talmente della cosa che con un fendente a tradimento decapitò sul nascere il mio sentimento e mi portò via l’oggetto d’amore. L’amico di spade è veramente una spada di Damocle, una sorta di minaccia sempre presente, perché ha un fascino perverso, ti avvolge nelle sue spire suadenti, lasciandoti sempre una puntura di … veleno.
Gli amici sono tutti uguali, qualunque sia il segno di cui sono portatori. Non certo quello di spade. Credo che l’abbiate capito: di lui non ci si può fidare, ma il problema è capirlo fin dall’inizio.

Amico di denari: è l’amico sopra tutti, l’amico per eccellenza. Una specie di cintura di salvataggio. È l’amico che seguirei in capo al mondo, che siano le lande deserte del Gobi o siano i ghiacciai degli ottomila tibetani, ma per mia buona sorte, un amico così … ancora non l’ho trovato.

Nessun commento: