venerdì 12 dicembre 2008

Se io fossi sindaco: l’esistenza di Dio, il raggio verde e la felicità

Tra poco meno di sette mesi mesi si andrà a votare per eleggere il prossimo sindaco di None. Non essendo direttamente coinvolto nell’agone politico, pur avendo le mie simpatie, voglio divertirmi un po’ a pensare cosa farei io se fossi catapultato sulla poltrona di primo cittadino. E volendo, con qualche forzatura, dare un’ispirazione religiosa a questa idea, intendo partire dall’esistenza di Dio, in particolare dal libro di un matematico inglese, Stephen Unwin (significa “immortale”: un cognome, un destino), “La probabilità di Dio: un semplice calcolo che dimostra la verità suprema”, che non conosco, ma di cui ho letto alcune recensioni qua e là.
Cosa ha fatto lo scienziato anglosassone, “parlando – per così dire – con la lavagna e i suoi fogli”? È riuscito a dimostrare che Dio ha 67 probabilità su cento di esistere. In altre parole che l’esistenza di Dio è certa al 67 per cento. Per chi, come me, non proprio temprato dalla fede, nutre sempre qualche dubbio a riguardo, è una buona scorciatoia per arrivare alla “verità suprema”.
Unwin, che si occupa di statistica, quindi di numeri e previsioni, si è servito, quale strumento di indagine, del Teorema di Bayes (matematico del ‘700), già applicato al mondo dell’informatica, in particolare ad internet per filtrare la posta elettronica automaticamente, e utilizzato per il calcolo dei rischi ambientali. Cercherò, non essendo un grande esperto di statistica, di semplificare il procedimento da lui seguito. Partito dal presupposto che Dio abbia un cinquanta per cento di probabilità di esistere, ha considerato la presenza del bene e del male. Ovvero da un lato ha posto tutto ciò che rappresenta il bene, quindi i fattori favorevoli all’esistenza di Dio (che è Bene assoluto), in contrapposizione ha collocato tutto ciò che è il male naturale. Ovvero tutto ciò che con i suoi fattori negativi (cataclismi e malattie, ad esempio), tende ad abbassare il risultato. Alla fine delle sue equazioni, delle sue simulazioni e proiezioni numeriche è arrivato ad un ineluttabile sessantasette per cento. Ma credo si possa fare di più. Ecco, se io fossi sindaco contribuirei ad incrementare le probabilità dell’esistenza di Dio. In che modo? Facendo il bene della comunità che andrei ad amministrare. Preoccupandomi, in altre parole, della loro felicità. Per capire, però, quali desideri abbiano i miei concittadini, dovrei usare la capacità di leggere dentro i loro cuori. E un modo c’è. Basta andare in montagna o al mare, mettersi in agguato come un predatore e, se le condizioni del cielo lo permettono, riuscire a catturare con lo sguardo il “raggio verde”, un breve lampo intenso, sulla cima del sole prima che tramonti o quando è sul punto di levarsi.
La spiegazione di questo raro e attraente fenomeno è legata alla dispersione, all'assorbimento e alla diffusione della luce. L'atmosfera funziona come un prisma e divide lo spettro della luce nei suoi elementi costitutivi. Ne derivano infiniti raggi, diversamente deviati, di vario colore: rosso, arancione, giallo, verde, blu e violetto. Tali colori affrontano una sorte differente: l'arancione e il giallo si dissolvono del tutto, in quanto assorbiti dal vapore acqueo, dall'ossigeno e dall'ozono contenuti nell'aria; il blu e il violetto vengono pure cancellati grazie alla diffusione della luce. In conclusione filtrano attraverso l'atmosfera soltanto il rosso e il verde. Primo a scomparire è il rosso e poi, se le altre componenti sono assorbite o diffuse, ad emergere dal sole, già o ancora imbucato dietro l’orizzonte, è il verde: il cosiddetto raggio verde.
Dura un attimo, un battito di ciglia, uno o due secondi al massimo. Ma chi ha la fortuna di osservare il “raggio verde”, secondo una leggenda scozzese, può leggere con chiarezza nel proprio cuore e in quello degli altri.
Se io fossi sindaco e avessi questa grande facoltà, mi preoccuperei soltanto di dare la felicità ai miei concittadini, perché il solito antico filosofo greco affermava che non si è mai troppo giovani o vecchi per la conoscenza della felicità. A qualunque età è bello prendersi cura del benessere dell’animo nostro.
Così facendo, se non altro, farei sì di incrementare la percentuale di probabilità dell’esistenza di Dio. Ma forse, al di là della vanità della scienza di dimostrare che Dio esiste, molto meglio per suffragare questa ipotesi le parole che Davide recita al capo dei Musici (Salmo 19):
“I Cieli raccontano la gloria di Dio; e la distesa annunzia l’opera delle sue mani. Un giorno dopo l’altro quelli sgorgano parole; una notte dietro all’altra dichiarano la conoscenza. Non hanno favella, né parole. La loro voce non si ode. Il loro messaggio si diffonde per tutta la terra, e gli accenti arrivano fino all’estremità del mondo”.

1 commento:

scrivano ha detto...

Mi ricorda molto il film "Una settimana da Dio", tanta generosità e buoni sentimenti.
Personalmente non attribuisco molta impportanza alle statistiche od al calcolo delle probabilità; mi torna in mente l'uomo che è annegato in un laghetto profondo in media 20 cm. ma con una fossa di 3 metri. Se le probabilità che Dio esista fossero anche solo dello 0,00000001/% Dio, se esiste, esisterebbe a prescindere!
Mi piacciono molto i tuoi scritti, emanano calore e grande sensibilità.
C. Scrivano