venerdì 5 giugno 2009

Tutti i corpi del presidente

Qualcuno ha detto e scritto che, in una fase di crisi economica, alle merci e ai servizi, si sostituiscono i corpi. E di corpi, in questi ultimi tempi, sui giornali e in televisione, ne appaiono a bizzeffe. Anzitutto risalta il corpo senile, non rassegnato, del nostro presidente, tante volte ostentato all’adorazione dei fedeli, in tutta la sua carica di vitalità indomita, di virilità non dormiente, ma vasodilatata, che si fa sempre ritrarre affogato, come un gelato, nella deliziosa e densa morbidezza di giovani corpi femminili armoniosi, attraenti, seducenti, belli nella loro compiutezza, dirottatori di insaziabili velleità artistiche e politiche. Il vecchio signore ricorda un po’, nella sua inesauribile resistenza al tempo che passa, la vecchia signora, citata da Pirandello nel suo saggio sull’umorismo, “coi capelli ritinti, tutti unti non si sa di qual orribile manteca, e poi tutta goffamente imbellettata e parata d'abiti giovanili”, che suscita in chi guarda un moto di riso. Ma ci sono anche i corpi bronzei, di naturale atavica bellezza, che naufragano sulle nostre coste inospitali, spinti e risospinti dalla risacca dei bisogni primari. Come il corpo morto di quella giovane africana distesa sul ponte della nave corsara e negriera, come una polena stinta dalla salsedine del mare. O come il corpo bellissimo di quel giovane, genuflesso di fronte a mani impietose e respingenti, a formare un arco proteso alla ricerca di un destino benigno, dal cui volto scendono lacrime disperate che non lubrificano il dolore. Poi tutt’intorno al corpo nudo del re c’è la sarabanda dei corpi flaccidi o macilenti, esangui, pallidi dei servi, che danzano come inebriati dervisci rotanti, alla difficile ricerca, nel loro cammino di ascesi, della porta, che li condurrà dalla inconsistenza delle loro vite alla complementarietà con la figura del padrone. Da parte nostra, dominati da una strana inquietudine, portiamo i nostri corpi miseri e ribelli, continuando a remare, barche controcorrente, risospinti senza posa nel passato.

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