domenica 12 luglio 2009

Risposta a Mario: per non essere homo homini lupus e restare senza fiato

Mario, mi chiedo, però, cosa penseresti, a qualunque livello di riflessione (psicologico, umano, sociale e politico) se qualcuno degli iscritti del tuo partito snobbasse la discussione interna e andasse a ricercare altri contesti più favorevoli, dove maggiori possano essere l’autocompiacimento e la gratificazione. Quando ho detto “i panni sporchi si lavano in famiglia”, non volevo negare la trasparenza, semplicemente intendevo sostenere che, nel rispetto dell’appartenenza, la partita politica la si giocasse dentro il PD. Poi ognuno è senz’altro libero di andare dove meglio crede per portare avanti le sue battaglie. So che, ormai con qualche neurone o sinapsi compromessi, mi ripeto spesso, e questo ho già detto e ossessivamente torno a ripetere. Sarà che io, da un certo punto di vista, mi ritengo un trasgressivo alla ricerca di disciplina, ma non sopporto gli atteggiamenti così supponenti, rancorosi e spocchiosi dei miei compagni di partito, che talvolta mi danno la sensazione di averlo utilizzato, quando il partito faceva comodo, e di averlo rigettato, una volta accomodati da qualche parte. Non che adesso io non abbia la medesima sensazione per qualcuno degli attuali assessori, consiglieri o quant’altro, ma il mio giudizio non vale per tutti.
Amo troppo la politica, che io ritengo essere la categoria, la scienza umana che meglio ci consente di stare bene su questa terra. Ci dà l’imprinting di una visione del mondo e ci permette di prendere le misure migliori tra noi e gli altri, tenendo conto della nostra naturale inclinazione ad essere "homo homini lupus" (con tutto il sacrosanto rispetto per il lupo). La politica, un certo tipo di politica, dovrebbe avvicinarci, invece rischia continuamente di allontanarci su sponde opposte di un fiume senza ponti e senza approdi, ove ciascuno si siederà nell’attesa del cadavere del nemico. Per quanto tempo durerà ancora questo rinfacciarsi colpe, responsabilità di una mediazione non riuscita?
Provo a schematizzare e semplificare il mio ragionamento, dopo aver fatto un riassunto delle puntate precedenti:
• Maria Simeone pareva dovesse candidarsi alla Provincia e fino a Natale 2008 non ha dato una
risposta definitiva, per poi sciogliere la riserva agli inizi del 2009.
• Il mio partito (una delle tre componenti di S & P) non ha accettato le primarie, perché le
considerava inopportune.
• Simeone, con l’avallo del mio partito, non ha accettato che venissero anticipati i nomi degli
assessori, per non creare devastanti conflitti tra i componenti della lista. Anzi formula tre criteri per la
scelta degli assessori: consenso, disponibilità e competenza.
• Il candidato alternativo a Simeone, Garabello, per molti mesi ha mantenuto un atteggiamento
un po’ ondivago e tentennante: forse eterodotto, ha fatto e disfatto possibili mediazioni.
• Simeone e Garabello sembravano prossimi ad una sintesi: Simeone sindaco, Garabello
vicesindaco (con deleghe ai Lavori Pubblici e all’Urbanistica); il giorno dopo ribalta il tavolo.
• Simeone vince, anzi stravince, probabilmente per tutte le ragioni elencate nel tuo verbale.
• Gli assessori sono: Rizzo, Cammuso, Giarrusso e Ferrua.

Nel riassunto, molto schematico, c’è tutta la nostra partecipazione con il corollario delle nostre responsabilità, di una parte e dell’altra.
I fatti, però, se proviamo a fare un’analisi di tipo “storico”, improntata sul criterio causa-effetto,
hanno una loro inevitabile consequenzialità e l’ultimo, il più vicino a noi dal punto di vista cronologico, non è altro che la conseguenza di tutto il pregresso.
A me non è sembrata così scandalosa la scelta degli assessori (anzi avrei potuto tranquillamente anticipare i nomi.
Tralasciando il nome di Rizzo (che meglio di ogni altro mette insieme i tre criteri), Cammuso ha conseguito un buon consenso e può vantare esperienza decennale (ai posteri l’ardua sentenza sul suo operato!), Ferrua, se nella graduatoria dei più votati è arrivato settimo, può tuttavia mettere in campo gli altri due criteri (ha già fatto un’esperienza amministrativa e starà a lui dare la piena disponibilità). Giarrusso ha avuto il necessario consenso e può vantare competenza rispetto alla carica, essendo architetto. Poi, a metà mandato, ci sarà l’alternanza (per me discutibile). A me la scelta dei nomi, ripeto, non è parsa così scandalosa, come da voi sostenuto. Solo un po’ scontata. La collegialità del lavoro, se ben coordinata, mi sembra un valore aggiunto.
Poi, gli anonimi, sinceramente vadano a farsi fottere con le loro "voces populi"e, se proprio hanno qualcosa di sgradevole da dire, almeno provino a documentarlo.

Nel rispetto del confronto e del diritto di critica, cerchiamo in qualche modo di svelenire la discussione. Ci sono battaglie molto più importanti da portare avanti (voi qualcuna la state conducendo: istruzione agli immigrati e altre nobili cose), perché se questo è l’avvio, tra un po’ di tempo ci troveremo senza fiato.

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