Giovedì 1° ottobre, ho assistito all’incontro pubblico sull’utilità o meno di una centrale a biomasse a None. Da quanto sono riuscito a capire nell’ascoltare gli interventi degli invitati al dibattito (Fernando Giarrusso, ecologista; Lido Riba dell’Unione Nazionale delle Comunità montane; Franco Gottero dell’Istituto Piante da Legno e Ambiente; Alberto Poggio del dipartimento di energetica del Politecnico di Torino; Angela Massaglia, consigliere provinciale) nel nostro territorio mancano tutte le condizioni necessarie perché si possa realizzare un impianto come quello ipotizzato. è una bella idea, ma purtoppo le richieste da parte di molti comuni della provincia in tal senso stanno moltiplicandosi in maniera esponenziale e di conseguenza non ci sarebbero risorse sufficienti per il combustibile, a meno che non si vada a ricercare la legna in alcuni paesi dell’est (Bielorussia e Ucraina) ben disposti a venderla a buon prezzo, anche se - particolare non trascurabile - col rischio che sia contaminata (Cernobil ricorda qualcosa?).
Purtroppo manca una visione d’insieme, un progetto complessivo per stabilire razionalmente (costi/benefici) come e dove eventualmente intervenire. Tutto è lasciato alle leggi del libero mercato, su cui si regolano i rapporti che vedono da un lato la disponibilità degli enti locali, dall’altro la capacità di persuasione delle aziende costruttrici.
Abbiamo registrato con attenzione tutti gli interventi e, a dirla tutta, non è sembrato che emergesse un parere indubitabile favorevole all’installazione di una centrale a biomasse nel nostro paese.
Pertanto, meglio rinunciare al progetto e che ciascuno si assuma la responsabilità di limitare i consumi, dando il proprio contributo alla riduzione di anidride carbonica e di altre sostanze letali per il nostro futuro.
mercoledì 14 ottobre 2009
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