Meno male che l’estate sta finendo, visto che durante i giorni della canicola agostana ne abbiamo sentite di tutti i colori sui più svariati argomenti: gli insegnanti meridionali; i dialetti; i migranti; le prodezze del superman super macho italiano e la sua possibile perdonanza; la contrapposizione tra laici genuflessi e cristiani eretti (verticali); l’intrusione, degna del paese di Noemilandia, con squilli di tromba sotto le lenzuola di direttori di giornale. Chi più ne ha, più ne metta! Mai come in questo agosto le sinapsi in libertà, disciolte dal morso dei freni inibitori, hanno espresso tanta profusione di svillaneggianti atti locutori, spesso senza troppo rispetto della confezione morfosintattica italiana! Fortunatamente, trovandoci in vacanza in Trinacria, siamo riusciti a trattenere la nostra vibrata indignazione di fronte agli sproloqui dei discendenti di Alberto da Giussano e dei supponenti epigoni di Erasmo da Rotterdam, addomesticandola in qualche modo con quanto di meglio, dal punto di vista enogastronomico, può elargire la cucina siciliana: pane e panelle, pane con la meusa (milza), stigghiole, babbaluci (lumache), arancine, pasta con i tenerumi, alla norma, con le sarde, couscous di pesce trapanese e infine, come dessert, granite, cannoli, cassate. Bagnando il tutto con vini di vendemmie notturne. Tra commensali gioviali, abbuffate pantagrueliche di cibo squisito, vero e proprio sublimato di contaminazioni alimentari portate in dono, nella stratificazione dei secoli, dai diversi colonizzatori e dominatori (Greci, Romani, Arabi, Normanni, Ebrei, Francesi e Spagnoli). Alla faccia di chi ci vuol male! Di quelle facce livide del color verdastro della bile, anche un po’ emaciate e rinsecchite, maschere corrugate di uomini (razzisti e omofobici) che hanno fatto dell’odio per tutti i sud e i diversi del mondo la propria bandiera e il proprio inno. L’estate sta finendo: per quanto mi riguarda, però, adesso vedrò di mettermi un po’ a dieta.
mercoledì 14 ottobre 2009
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